Prima di…

Il Tempo con sua ineluttabilità torna su queste pagine; la successione di ogni piccolo nostro gesto quotidiano ci inserisce in una catena causale della quale o siamo consapevoli registi o siamo vittime… in tal caso stiamo sprecando il nostro preziosissimo tempo.

Se pensiamo a tutto quello che facciamo durante l’arco della giornata, alle mille differenti attività da noi intraprese o alle incalcolabili cose che diciamo, promuoviamo, osserviamo, stimoliamo o pur anche pensiamo o addirittura immaginiamo, viene naturale convincersi che siamo, anche inconsciamente, degli inguaribili produttori di azioni o pensieri di cui difficilmente possiamo fare a meno. Ci svegliamo, apriamo gli occhi e già siamo pronti per la nostra quotidiana produzione. Una piccola industria, insomma, che automaticamente e sistematicamente, sette giorni su sette e senza mai andare in ferie o riposarsi, eccezion fatta per quando si è a letto a dormire, sforna e produce ogni ben di Dio, sotto forma di cose da fare o non fare, dire o non dire, immagazzinando e conservando tutto ciò che subìto, non può essere “consumato”.

Ed è così che, in seguito a questa frenetica attività, non possiamo non pensare a tutte quelle cose che, prima di, si fa per dire, entrino in produzione, dovremmo o potremmo fare e non fare. Andiamo ai fatti. Quante volte abbiamo pensato che sarebbe stato saggio, prima di fare una certa cosa, farne un’altra? Spontaneo e naturale prima ed oggi ancorché più costretti da questo particolare periodo di Covid-19, per esempio, prima di mangiare, laviamo le mani. Non solo, oggi, addirittura, dopo averle lavate, persino le igienizziamo con quella ormai pluralità di prodotti messici a disposizione più o meno in ogni luogo oltre che nella nostra abitazione. Oggi, prima di uscire di casa è d’obbligo la mascherina che, necessariamente, indossiamo prima di fare qualunque cosa. Ma è sin dal mattino che, “prima di”, facciamo altro.

Prima di vestirci, come è naturale che sia, ci dedichiamo alla nostra toilette quotidiana. È questo, soprattutto per i non troppo giovani, uno dei momenti migliori. Vuoi perché “finalmente” inizia la giornata, vuoi perché in bagno, in doccia, lavarsi i denti, sono tutte una serie di cose che, forse solo come poche altre, riusciamo e ci piace farle in tutta tranquillità, senza fretta e senza guardare l’orologio. Così come, prima di uscire di casa, facciamo colazione o quantomeno come me, ci gustiamo il nostro caffè che, proprio perché è il primo è forse il migliore di tutti quelli che prenderemo nel corso della giornata.

Molte poi le differenti abitudini di ciascuno di noi prima di andare in ufficio, in fabbrica, in cantiere, prima di dedicarsi insomma alla propria attività. Ed anche lì come già detto, c’è sempre qualcosa da fare prima di farne un’altra e, una volta fatta questa ce n’è subito pronta un’altra ancora e poi ancora e poi ancora… fino alla fine della nostra giornata.

Il “prima di” è un qualcosa che colpisce non solo noi, per così dire uomini o donne normali che vivono la loro quotidianità, ma anche i cosiddetti grandi personaggi dello sport, dello spettacolo, della politica, ecc…

Viene da sé pensare, a tal proposito ed è di questi giorni che, prima di Mario Draghi, nuovo Presidente del Consiglio, c’era Giuseppe Conte o, cambiando addirittura continente, prima di Joe Biden, Presidente degli USA, c’era Donald Trump e, prima di Lui, Barak Obama. Potremmo fare mille altri esempi per sostenere e rafforzare che la nostra vita è costellata di milioni di “prima di” ai quali, naturalmente ci abituiamo, sottoponiamo, sottomettiamo.

Cosicché, prima di andare a scuola facciamo l’asilo, prima di scriverci all’università dobbiamo aver preso il diploma di scuola media superiore. Per i cattolici come me, prima di fare la Comunione facciamo il Battesimo, e prima di sposarci dobbiamo cresimarci. Nella vita civile prima di sposarci ci fidanziamo (quasi sempre) e prima di essere genitori e poi nonni, siamo stati a nostra volta figli e nipoti.

È come se, il “prima di”, scandisca il tempo e con esso vada a braccetto nel viale della nostra esistenza.

Prima dei minuti vengono i secondi e prima di ogni giorno vengono le ore. Prima di ogni giorno viene sempre la notte, in un rincorrersi perpetuo e perenne. Prima di ogni estate c’è la primavera e prima di ogni inverno c’è l’autunno. Ma, quindi, accertato senza più alcun dubbio che “prima di” costituisce un anello di una catena certamente invisibile e proprio per questo indissolubile, dobbiamo pensare a come e perché essere anche noi un anello resistente e indispensabile di questa stessa catena, cercando di formarla con i migliori anelli per legarla così alla nostra vita.

Prima di scrivere pensa, mi diceva sovente una mia anziana professoressa di italiano. Anche in questa circostanza ci ho riflettuto non poco, proprio perché i più potrebbero pensare che stia scrivendo delle banalità ma, riflettendoci, ossia prima di parlare costoro dovrebbero leggere attentamente o pur anche ascoltare.

“Semel in anno licet insanire” diceva Seneca, una volta all’anno è lecito uscire dagli schemi ed io forse, con questo scritto lo sto facendo, magari proprio perché siamo in pieno carnevale.

Ma, dire cosa si pensa e fare quello che si dice sono le regole fondamentale del mio modus vivendi. Così come giusto è che, prima di criticare, bisogna esaminare sé stessi per capire almeno se quello che si sta dicendo è coerente con il proprio comportamento abituale.

Conseguentemente, prima di discutere con qualcun altro dovremmo fare un respiro profondo, calmarci e attendere che l’ira passi e la ragionevolezza torni. Tutte cose queste che nulla hanno a che fare con l’automatismo delle cose che quotidianamente facciamo, ma che, proprio per questo rivestono un’importanza assai maggiore. Perché segnano la nostra vita, ci inducono a comportamenti non scritti ma ancor di più vincolanti e gravidi di conseguenze. Questi i nostri principali e direi essenziali “prima di”, per i quali necessariamente prima di arrenderci, dobbiamo provare. Arrenderci prima di provare a superare una prova, un ostacolo di vita quotidiana sia esso di lavoro, di affetti e pur anche di salute: non possiamo farlo e tanto meno accettarlo.

Prima di morire, vivi, diceva qualcuno. Vorrei aggiungere che l’unica cosa che nella nostra vita possiamo veramente perdere, è il tempo. Una volta trascorso, è irrimediabilmente perso. Il tempo è vita. Il tempo è il nostro parametro dell’esistenza. Io no ho tempo da perdere, ossia non ho vita da perdere.

C’è però tempo per tutto, anche per leggermi. Poi però il tempo finisce. Usalo bene prima di…

Foto: nile da Pixabay