Buongiorno

Una passeggiata domenicale può rigenerare e riconciliare con il mondo e con i propri simili, almeno fino a quando non si legge il primo titolo di giornale…

È Domenica.
Sul soffitto della mia camera la sveglia mi proietta l’ora. Sono le 5:54. È tardi per me ma, considerato che è festa, posso prendermela comoda. Fuori piove, il tepore delle coperte mi invita a restare ancora un po’ a letto anche se, da sempre, sono uno che al mattino comunque non vede l’ora di alzarsi. Sono, insomma, un mattiniero, addirittura mi dà fastidio sonnecchiare, perché è cosa diversa dal riposare e sentirne la necessità, soprattutto dopo una giornata di snervante lavoro.

“Buon Giorno” mi dico e sorrido a me stesso.

Il rumore della pioggia e la temperatura, nella loro complicità mi trattengono e mi inducono a soffermarmi ancora un po’. Sarà presto Natale penso. Un altro. Ormai giungono tutti sempre più in fretta, sempre più veloci e scandiscono inesorabilmente il tempo che passa. E anche se di Natali per me ne sono già passati tanti, è sempre – malgrado tutto – la ricorrenza più bella, la più sentita, dove le famiglie si riuniscono e si sta insieme, per condividere quel clima di serenità e gioia dettato appunto dalla Natalità.

Il rumore della pioggia sembra cessato. Guardo il soffitto, le 6:15. Mi alzo, faccio una doccia veloce e, dopo essermi vestito, un’abbondante colazione, così come consigliato da mia figlia che studia da nutrizionista e che ha cambiato un po’ le mie abitudini. Esco, non piove più e l’aria è pungente. Decido di andare a piedi fino all’edicola per prendere il giornale, anzi, i giornali, considerato che la domenica ne prendo sempre più di qualcuno.

“Bongiorno”, mi dice il mio vicino di casa che, invece, si accinge a salire in macchina. Faccio solo alcune decine di metri e ….. “ N’giorno”, così mi saluta una persona che non conosco ed a cui volentieri rispondo.

Poco più avanti, è la volta di un “Buongiornoo” più convinto, roboante quasi, ed è quello di un signore di cui non ricordo il nome ma che, certamente, ho visto in più di qualche circostanza. Del resto l’isola del Lido non è sicuramente New York e per la mia attività di imprenditore, impegnato in più settori, sono certamente un volto, per così dire, noto.

“Buona giornata signor Russo”, mi dice una signora che lavora in una farmacia in centro, che forse si appresta ad andare al lavoro.

“Salve”, mi rivolge un anziano signore alla fermata del bus, poco più avanti.

“Che strano”, penso. È bastato non prendere l’auto e fare a piedi solo qualche centinaio di metri per contraccambiare il saluto con almeno cinque o sei persone.

“Ciao Teo”, mi dice intanto un ragazzo che ha fatto del tirocinio nella mia impresa. “Buongiorno, buongiorno”, mi dice un bravo imbianchino che conosco e che incontro in prossimità di alcuni cassonetti per la raccolta differenziata. Continuo a camminare anche abbastanza spedito, il tempo mi sembra che stia ritornando brutto. Incrocio così una signora curatissima e abbastanza anziana con un labrador al guinzaglio, “Buon giorno dottore, buona domenica” mi dice. Naturalmente contraccambio il saluto con cortesia, però senza riuscire a ricordare dove e come l’abbia conosciuta.

“Questa è proprio una mattina particolare”, rifletto fra me e me, “è la mattina che, nonostante il tempo sia a dir poco instabile, ho scambiato i migliori auspici per un inizio di un bel giorno”.

Lo stesso stradino, intento a pulire il marciapiede su cui cammino, mi saluta poco dopo con veemenza e cortesia. Pronuncia un “bongiorno” forte, nonostante la sigaretta tra le labbra ed un convinto movimento di braccia per azionare la lunga scopa. Guardo lontano e mi accorgo che il marciapiede davanti a me è già sgombero dalle foglie. “Chissà a che ora ha cominciato a pulire” mi chiedo, “ Certamente è uno che al mattino inizia presto a lavorare e, vista la buona lena, lo fa anche con soddisfazione”. Più tardi dal giornalaio scopro che si tratta dello stradino di quartiere che, a differenza del vigile di cui si è tanto parlato e non se ne è fatto niente, ha la responsabilità della pulizia della zona.

“Giorno”, contraccambio poco più avanti il saluto di un gruppetto di persone che, bastoncini alla mano e movimenti da sciatore di fondo, percorrono nel senso inverso il marciapiede. Guardo intanto il cielo che sembra in via di schiarita. Ho occasione di scambiare così un altro “buongiorno” accompagnato da un cordiale sorriso di una giovane mamma con due bambini, certamente gemellini che, ben coperti, ha portato a fare due passi approfittando del sole che fa capolino tra le nuvole sempre più rade.

Arrivo in edicola, ancora tre o quattro saluti tra “salve” e “n’giorno” con il giornalaio e con quanti entrano ed escono velocemente, dopo aver ritirato il loro quotidiano preferito. Anche in questo mi attardo, non ho fretta oggi. Guardo periodici, settimanali e libri tra cui ne scelgo alcuni, costringendo così il gestore a rifilarmi anche una busta riciclabile-biodegradabile per portarli tutti. Esco, accompagnato questa volta da un saluto assai compiaciuto e squillante dell’edicolante, forse per l’importo speso, quasi da supermercato. Devo dire che, un po’ per la passeggiata mattutina in un percorso completamente pianeggiante, un po’ per la vista dei colori giallo e rosso dell’autunno inoltrato, dell’aria fredda e frizzante e, dulcis in fundo, per tutti i saluti e i buongiorno scambiati, sono sempre più di buon umore.

Ripercorro la strada del ritorno e decido intanto di sbirciare, mentre cammino, le prime pagine dei quotidiani. Titoli e notizie tutte non certo tranquillizzanti e rosee per il prossimo futuro. Provo a concentrarmi nella mia frugale lettura, resa ancora più difficile per l’altra mano occupata dal sacchetto ecologico, così i miei saluti e le risposte ai “buongiorno” del ritorno diventano più distratti.

“Quasi un fallimento la COP26 di Glasgow” leggo;
“Ambiente e pianeta a rischio”.
“India e Cina ferme sulle loro posizioni” su un altro quotidiano. “Accordo parziale sulla salvaguardia del pianeta”;
“Emigranti affamati ed al freddo, bloccati alla frontiera della Polonia” continuo a leggere.
“Il Primo Ministro bielorusso minaccia di bloccare alla frontiera il passaggio di gas verso l’Europa”;
“L’Europa promette dure sanzioni”.
Sembra che i tre quotidiani acquistati facciano a gara a darmi brutte notizie.

Sul fronte interno invece riesco a leggere:
“Mattarella non più eleggibile”;
ancora “Il Paese non può passare al semi-presidenzialismo con l’elezione di Draghi”;
Sul fronte dei più esagitati: “Eleggiamo il Presidente della Repubblica e poi elezioni”.
Sul fronte del Covid: “Quarta ondata ormai sicura, picco a Natale”;
“Crescono i contagi”;
“I No Vax e i No Green Pass sfilano a Milano, Trieste, Roma”;
“A nulla è valso il monito del Capo dello Stato”.

Sembrano notizie tutte da un bollettino di guerra… di una guerra mondiale le prime, interna e fratricida le seconde.

Mi domando: riusciremo anche in questa circostanza a far rinsavire i grandi della Terra ed a trovare il giusto equilibrio per salvare il Pianeta, l’ambiente e l’esistenza dell’intera Umanità?

Ce la faremo ad avere dei governanti che sappiano e si adoperino per avere un mondo migliore, mettendo da parte egoismi personali e pseudo-necessità dei propri paesi?

Avrà la forza il nostro Paese di dare l’esempio in questo percorso arduo e difficile? Potremo contare, nel breve, su politiche inclusive che facciano ritrovare condivisione e senso civico?

Io, di mio, sono ottimista anche attraverso questi brevi scritti cerco e cercherò di dare il mio piccolissimo contributo. Del resto, tutti i “Buon giorno, N’giorno, Buongiornoo, Buona giornata, Buondì, Salve, Giorno” scambiati oggi lasciano ben sperare.

Seminiamoli nel mondo, innaffiamoli e facciamoli crescere e riprodurre rigogliosi, spendiamoli senza paura e condividiamoli. Condiamoli con un sorriso, con una stretta di mano o con un abbraccio, con o senza mascherina e senza fare altra distinzione alcuna. Insegniamolo agli altri affinché presto possano proliferare nel mondo, a partire dai nostri figli, i nostri nipoti. Capiremmo, così come è successo a me, quanto poco ci vuole a far tornare il sole in una domenica piovosa.

Foto: da Pixabay