Forse un sogno…

La Pasqua Cristiana è detta “di resurrezione” e mai come oggi dobbiamo risorgere dal baratro della guerra europea, il baratro nel quale stiamo tutti rischiando di precipitare. Lo spirito pasquale deve guidarci, in un’epoca di scelte sempre più difficili, a patto di comprendere il suo messaggio di salvezza.

La Pasqua è ormai prossima.
Dopo l’equinozio di primavera, ovvero il 21 marzo e nella domenica successiva al primo plenilunio, noi cristiani commemoriamo questo giorno nello splendore di Gesù Risorto.

Gesù, venuto a seminare, nella fede della terra degli uomini la parola di Dio, a soli trentatré anni e dopo essere stato fustigato, trovò la morte perché crocifisso da quegli stessi uomini che era venuto a salvare.

Ecco, la presenza del Salvatore nella ricorrenza della sua Resurrezione, le sue parole di fede e di misericordia che ricorrono e ricordiamo in questi giorni, non possono non spingerci a quelle profonde riflessioni, anche interiori , su quanto accaduto e sta accadendo nel mondo.

Mentre scrivo, oggi è il 31 marzo, una guerra dilania l’est Europa. Immagini di distruzione e di morte, scorrono sui canali televisivi, di persone che fuggono verso altri territori e paesi vicini, di bambini, anziani e donne costrette a lasciare le proprie case distrutte nella speranza di potersi salvare. Sembrava impossibile che ciò potesse accadere proprio in quest’Europa che, meno di 80 anni fa, è stata già teatro di quel secondo conflitto mondiale che ha causato così tanti morti, così tante distruzioni. Sembrava che, la memoria e la storia di quel periodo, pur rimasta a tutti o quasi indelebile, avesse insegnato qualcosa o, ancor di più, tracciato un solco profondo tra il dialogo e le barbarie di una guerra. Sbagliavamo! Il mostro della violenza e dell’uso della forza per risolvere le questioni, nazionali ed internazionali, si è risvegliato ed ha lasciato attoniti i più.

Non sta certamente a me giudicare e non è questa la sede più opportuna, per fare considerazioni sul perché, come e chi ha la responsabilità di quanto sta accadendo. Certamente, non abbiamo neanche tutte le informazioni necessarie per poterlo fare. Una cosa però possiamo con forza e legittimamente sostenere ossia, che non ci sono e non possono esistere ragioni al mondo che legittimano e giustificano aggressioni ed una invasione militare che ha scosso in modo drammatico il quadro delle relazioni di un’area geografica ben più ampia del conflitto. E’ stata così reintrodotta inesorabilmente, in Europa, il fattore guerra per la risoluzione delle controversie fra stati. Quali scenari si apriranno ora nel vecchio continente? Come cambieranno prevedibilmente i rapporti fra i paesi nell’ambito U.E. e in relazione alle potenze Euroasiatiche e gli USA? Quali e quanti mutamenti sociali ed economici si prospettano per le popolazioni?

Di questa nuova conflittualità del 21° secolo, mai forse assopita, c’è solo di augurarsi che non venga ulteriormente influenzata da aspetti emozionali, irrazionali ed anche megalomani di alcuni leader politici. Tutto ciò, va ricordato, unicamente per capire meglio quanto il Maligno sia pronto a “banchettare” sulle disgrazie del genere umano, mentre il mondo intero continua ad essere afflitto dalla pandemia da Covid che, tra alti e bassi non accenna a lasciarci. Anch’essa ha già fatto disastri immani e non solo per numero di morti e sofferenze generate e di cui forse ancora non riusciamo a stimarne tutti gli effetti.

E non parliamo del costante e continuo esodo di quei popoli che fuggono da guerre, carestie e pestilenze nel tentativo di raggiungere, per mare o per terra l’Italia e l’Europa in cerca di un nuovo benessere sempre più difficile da assicurare. Famiglie intere, con bambini piccoli o addirittura ancora in grembo ed anziani, stipati in quelle che non possono chiamarsi neanche imbarcazioni, in tir o addirittura a piedi, formando lunghe colonne che chiedono e cercano asilo, aiuto, assistenza. Questo il clima ed i fatti con cui ci accingiamo a trascorrere ed a partecipare alla S. Pasqua. Il nostro pensiero e le nostre preghiere oggi più che mai non possono che rivolgersi a colui che, Risorto, è e sarà il nostro Salvatore.

Affinché forse, offeso e contrariato dall’esponenziale cattivo comportamento dei più, torni a rivolgere la sua attenzione misericordiosa a tutti i suoi figli.

Questi anche, gli ormai continui appelli del Pontefice Bergoglio rivolti alla Sua benevolenza ma anche a tutti quei leader affinché lavorino e operino per la pace e la prosperità dei popoli. Perché insieme e solo con la condivisione ed il dialogo, possono essere sciolti quei nodi, sempre più intricati e difficili frutto delle moderne economie e politiche mentre il mondo inesorabilmente volge alla globalizzazione. Un pensiero però, un desiderio alberga in me da molto tempo. Forse un sogno. Una speranza che ho cercato di condividere con altri con cui però non ho trovato unanimità di consenso. Un gesto estremo, di grande aiuto, ossia, un viaggio del nostro Pontefice, sulle orme del suo predecessore proclamato Santo, papa Wojtyla, che non lesinava di visitare personalmente quei paesi e quei popoli che più di ogni altro avevano bisogno della sua presenza.

Pensate, il Papa che visita Mariupol o Kiev in Ucraina, si reca a Mosca ed in Crimea. Quale messaggio più forte di solidarietà e vicinanza per tutte quelle genti, tutte indistintamente e senza preferenza per le une o le altre, per questa o quella località. Quale messaggio di speranza per esse o monito per quei grandi della terra che hanno preferito la belligeranza al dialogo. Così come un viaggio, una presenza nel cuore di quell’Africa e tra quelle genti ridotte alla fame e alla schiavitù. Certo molte altre implicazioni politico- culturali-religiose andrebbero anche risolte per far accadere tutto ciò. Ma, lasciatemelo dire, se ciò accadesse e lo si rendesse possibile, sarebbe la migliore Santa Pasqua di fratellanza e gioia per il mondo intero. Con l’acquisto non di armi ma di milioni di uova pasquali di cioccolato e colombe per bombardare sì, ma di dolcezze, tutte quelle località fino ad oggi flagellate e per quelle genti che soffrono o hanno sofferto. Per una Santa pasqua priva di conflitti, di carestie, di pandemie. Per una Santa Pasqua di Resurrezione nella pace e nella convivenza tra i popoli, così come proclamato da Gesù Salvatore. Pensiamolo tutti intensamente perché, come ci è stato insegnato, anche i sogni possono diventare realtà.

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