…Per fortuna che il Natale è alle porte!

Siamo costantemente bombardati da messaggi promozionali di feste ed eventi che si pretendono irrinunciabili occasioni di divertimento e, soprattutto, di spesa (che ovviamente è sempre “conveniente”). Ma una festa, una festa vera, nonostante tutto ancora resiste nel suo nucleo spirituale… e speriamo che porti un po’ di sollievo a chi bombardato lo è davvero.

Con grande disappunto e dispiacere ho constatato quest’anno, più degli altri anni, quanto sia cresciuta la partecipazione di chi festeggia l’Halloween, ovvero la notte del 31 ottobre.

È una ricorrenza, per la verità, a noi quasi sconosciuta fino ad un decennio fa, già diffusa negli USA ed in alcuni paesi del Nord Europa e che sembrava non dover troppo attecchire in Italia.

Uomini e donne, mascherate da mostri o morti viventi, girano per strada o si riuniscono per festeggiare (??), forse, ed in modo imbarazzante, la festa dei defunti. Dico “forse” perché anche le sue origini non sono ben chiare.

È una “festa” che, noi Cristiani, oltre a non comprendere, non potremmo che definire pagana e macabra, al pari dello svuotamento della zucca, per intagliarla a forma di viso, con occhi e bocca ed inserirci poi una candela o una luce accesa. È questo, quello della zucca intagliata, diventato un po’ il simbolo di Halloween. Con i bambini, non si capisce perché, in giro per la strada al grido di “dolcetto o scherzetto!”.

Oltre a trovarla una ricorrenza fuori luogo, che non ha e non potrebbe trovare radici nel nostro tessuto socio-culturale è, a mio avviso, una festa stupida ed oltraggiosa. Stupida perché non ha alcun senso festeggiare qualcosa assai lontano da quelli che sono i nostri retaggi culturali; oltraggiosa perché a ridosso della nostra festa di Ognissanti e del 2 Novembre, ricorrenza quest’ultima assai sentita dalla stragrande maggioranza dei cittadini che, ahimè, hanno visto soppressa dal calendario la festività del giorno dei defunti. Ed è per questo motivo che proprio non digerisco, scusatemi il termine un po’ forte, il festeggiare, pur solo allegoricamente, Halloween. Sono fatto sicuramente alla vecchia maniera, ma non condivido la spiegazione di chi sostiene che, nella vita, ogni occasione deve essere buona per festeggiare. C’è festa e festa e non può essere una cultura commerciale e consumistica a segnare così prepotentemente il nostro tempo!

Non ci rendiamo neanche conto che Halloween è finalmente passato che inizia martellante la campagna del Black Friday. Non è una festa, sia ben chiaro, se non per i commercianti che, dopo i saldi autunnali, irrorano il mercato di una miriade di discutibili opportunità. Che poi non è più un venerdì, ma dura ben 3-4 settimane, fino alla fine di novembre!

Siamo, in questo periodo, letteralmente storditi dalla pubblicità di occasioni con sconti inverosimili, del 50% ma anche del 70% su tutta una serie di articoli merceologici.

Tutto, o quasi tutto, ci viene più o meno offerto a prezzi così stracciati che solo gli allocchi possono crederci.

In verità, si svuotano tutti i fondi di magazzino e la maggioranza del prodotti offerti sono o fuori moda o, diciamo così, di prima generazione. Ho potuto constatarlo personalmente provando l’acquisto di un nuovo telefonino, essendo il mio “vecchio” di un paio d’anni. Quello che piaceva a me, ovvero uno Zip, un telefonino pieghevole, poco ingombrante e di ultima generazione, non era tra quelli in offerta. In compenso, però, il modello uguale a quello che ho attualmente e di almeno tre anni fa era, per così dire, in offerta Black Friday. Aggiungo che, lo stesso telefonino, in un negozio del centro e credo due mesi fa, lo avevo trovato allo stesso prezzo.

C’è ancora qualcuno che crede a questo genere di regali? Per convincere anche i più riottosi, sono quindi costretti a ripetere e ripetere e ripetere i loro fuorvianti messaggi promozionali. Il Black Friday è diventato così un Black Month, e l’allucinante campagna pubblicitaria è sempre più ossessiva e martellante su tutti i social.

Anche e persino sul telefonino arrivano proposte e messaggi dai più disparati rivenditori ed organizzazioni commerciali, intasandolo ed ostacolandone persino il normale uso.

Capisco tutto, credo anch’io che la pubblicità sia l’anima del commercio ma, consentitemelo, quando si rompono le scatole in questo modo si corre il rischio di avere l’effetto contrario.

Ma per fortuna il Natale è alle porte e ci aiuta a dimenticare tutto ciò.
I bambini hanno già incominciato ad aprire le porticine del calendario dell’Avvento. Anch’essi, come molti adulti, hanno iniziato il conto alla rovescia. Lo scorso anno lo abbiamo fatto in compagnia del Covid. Quest’anno lo faremo in compagnia di una guerra che non è mondiale dal punto di vista bellico solo perché il teatro delle operazioni è in Ucraina che, pur martellata dai bombardamenti, resiste all’invasore russo.

È mondiale, però, per tutti quegli effetti che ha ed ha avuto dal punto di vista politico ed energetico su gran parte degli altri stati che, neanche poi tanto marginalmente, sostengono con finanziamenti ed invio di armi quello stato ucraino che sta attraversando un periodo di violenza e di dolore che non può lasciare nessuno indifferente.

Da noi i cambiamenti climatici ed il rischio geologico, oltre a smottamenti, valanghe e frane, hanno su alcune regioni e cittadine, come per esempio le Marche e Casamicciola, effetti devastanti e vittime simili ai bombardamenti di Mariupol, la città martire dell’Ucraina.

I grandi della Terra si riuniscono intorno a enormi tavoli guarniti, infiorati e tecnologici, con acqua, bibite di ogni genere e frutta fresca, per decidere niente che possa portare, nel più breve tempo possibile, alla fine della guerra e a tutta una serie di provvedimenti, non più procrastinabili, a tutela dell’inquinamento ambientale.
Tutto questo non può continuare!

C’è da augurarsi che il Natale dia tregua ad eventi ed avvenimenti di cui non vorremmo più sentir parlare. Che spinga Presidenti e Regnanti di tutti gli Stati della Terra a stringersi la mano, tutti insieme, come in un grande girotondo, magari intorno ad un grande albero, per impegnarsi seriamente, concretamente e rapidamente perché la guerra finisca, e si ponga rimedio e si riduca drasticamente l’inquinamento atmosferico, causa di quel mutamento climatico che sconvolge il mondo intero.

Sarebbe allora un Natale veramente Santo, di speranza , di fratellanza, di fede tra tutti i popoli.
Un Natale di Serenità e di pace, di gioia e amore. Dobbiamo essere fiduciosi e pensare che ciò possa veramente accadere. Solo così, con questo spirito, possiamo trascorrere ed augurare un Felice e Sereno Natale a tutti.

Foto: Ri Butov da Pixabay