Nessuno mai ci potrà dividere

If I were hanged on the highest hill,
(Se io venissi impiccato sulla più alta collina)
Mother o’ mine, O mother o’ mine!
(O madre mia, o madre mia!)
I know whose love would follow me still,
(Io so di chi è l’amore che mi seguirebbe comunque)
Mother o’ mine, O mother o’ mine!
(O madre mia, o madre mia!)
[…]
Il poemetto di Kipling “Mother o’ mine” è adatto per introdurre l’articolo che segue, dedicato alla persona più importante nella vita di ognuno di noi.

Mamma! La parola più bella del mondo.

Nessun altra parola composta di una sola vocale e di un’unica consonante riesce ad esprimere tanto.

Mamma è la parola che s’impara per prima, che nasce spontanea dal linguaggio infantile per la naturale e facile articolazione, che si ricorda sempre e in tantissime circostanze si pronuncia per ultima.

È la parola che più ti riempie la bocca, quasi a suggellare l’importanza del suo significato, e costituisce quel legame unico ed insostituibile di cui non potremo mai dimenticarci.

È la rappresentazione della persona che già nel suo grembo ci ha nutrito, ancor prima che venissimo alla luce.

E lo ha fatto, poi, allattandoci dal suo seno, proteggendoci e curandoci come solo lei poteva fare.

La persona che si ama per prima e di più. È quell’amore a prova di ogni circostanza, di qualsiasi situazione o tradimento. Che non ha bisogno di conferme o di prove.

Non c’è amore più vero, più forte, più sincero ed indissolubile come quello nei confronti della mamma. Basta solo pensare cos’è stata, per ciascuno di noi, nostra madre. Ci ha accompagnato, inserito, presentato e protetto al mondo perché frutto del suo amore sbocciato nel suo grembo. E per lei niente era ed è più importante del nostro star bene, della nostra felicità.

Eravamo e saremo per sempre i suoi piccoli, le sue gioie ed anche da adulti siamo stati oggetto di ogni riguardo, ogni attenzione. Arrivando a preoccuparsi per noi oltre ogni misura, su ogni cosa e per qualsiasi cosa facessimo.

Ricordo ancora la soddisfazione di mia madre quando, già sposato, andavo a trovarla a casa sua, ove per altro noi figli avevamo i nostri uffici.

In cucina c’era sempre qualcosa che cuoceva, un piatto coperto o una pentola con qualcosa all’interno. Alzavo il coperchio, ne sentivo l’odore e, ad alta voce per farmi sentire, affermavo: “Che profumino!”.

Il massimo della soddisfazione per lei era quando, magari nell’approssimarsi dell’ora del pranzo o della cena, “pucciavo” il pane nel sugo o in qualche altra pietanza. Lo facevo non perché avessi fame ma perché sapevo che lei ne gioiva ed era contenta. Rafforzavo in lei l’idea che, pur sposato, non l’avessi e non potessi dimenticarla, che l’avevo sempre nel cuore, che la ritenessi, anche in cucina, insostituibile e la più brava.

Quanto piacere le dava sentirsi ancora mamma e non sentirsi accantonata! Per fortuna, mia moglie Lorella aveva capito che le mie effusioni nei confronti di mia madre, alcune volte così marcatamente ostentate che rasentavano quasi il ridicolo, erano solo per farle piacere.

La mia teatralità in tal senso faceva sorridere tutti. Ma nessuno della mia numerosa famiglia, me compreso, era forse in grado di decifrare dove iniziasse e dove terminasse lo scherzo delle mie affermazioni, dei miei gesti. Tutti però condividevano ed apprezzavano quella voglia di voler far sorridere e di veder sorridere mia madre.

Già, cosa c’è di più bello di un sorriso della propria madre, di soddisfazione per giunta, per quello che il figlio fa o le dice? È un regalo meraviglioso, incontenibile ed intriso di quel reciproco affetto che solo madre natura può darci in tutte le sue espressioni e in tutta la sua maestosità.

È proprio il caso di dire “La mamma è sempre la mamma”, per un affetto indistruttibile che nessuno può cancellare o far dimenticare. Nemmeno il trascorrere del tempo. Anzi, paradossalmente, più il tempo passa, nello stare insieme o nello stare lontani, e più si fa amorevole; anche il ricordo si fa più vivo e vicino.

La memoria si fa più presbite, facendoci risentire quelle parole, rivedere quei gesti e rivivere quelle situazioni così materne e familiari che rimarranno scolpite in noi per sempre.

Non è stata, la mamma, solamente colei che mi ha concepito, che mi ha messo al mondo. È stata una persona con cui poter parlare, una spalla su cui potersi riposare o anche piangere; delle braccia aperte su cui poter contare e trovare sempre conforto. Lo capisci e percepisci quando ti è vicino. Quanto sia insostituibile ed ineguagliabile, quando ti manca perché sei lontano. Quanto grande fosse la sua pazienza, la sua comprensione ed il suo amore, solo quando non c’è più.

Quante frasi sono state scritte sulla mamma, ettolitri di inchiostro hanno solcato infinite pagine di poesie, di libri. 

Canzoni bellissime ed intramontabili, film e racconti che resistono al tempo ed al cambiamento. Perché la mamma ed i sentimenti che ciascuno di noi nutre per lei, non possono mutare mai. Non seguono una moda o una corrente di pensiero. Nascono, crescono e vivono dentro di noi, si attaccano e si arrampicano come l’edera e, come essa, non invecchiano e non appassiscono mai.

Qualcuno ha detto: “Mamma nessuno mai ci potrà dividere”. Ed è proprio così! I naturali mutamenti della vita, le circostanze, possono anche allontanarci, forse, ma dividerci mai. Nemmeno la morte lo potrà fare.

È così grande il bene che scalda il cuore di una mamma nei confronti del figlio, e viceversa, che risulta impossibile spiegare quanto grande sia. Non esiste strumento o unità di misura così valido, da poterne quantificare esattamente la grandezza, il peso, la profondità.

Non c’è nulla e niente che può avere un uguale controvalore. Il reciproco amore è qualcosa di incommensurabile.

Ed è così che, quando nasce un figlio, nasce anche una mamma e, anche se non è argomento trattato, un papà. Nulla è più bello di una nuova vita, accompagnata in questo percorso, oggi sempre più spesso arduo e difficile, da una giovane mamma che non farà mai mancare il suo affetto ed il suo aiuto in ogni circostanza.

La felicità, la gioia e la trepidazione per la nascita di un nuovo bimbo o bimba si trasformano, in un battibaleno, nella voglia e nella responsabilità di accudirlo ed amarlo come nessun altro al mondo. È in quel preciso istante che si getta il primo seme del bene che è dentro ogni mamma. Il più bello di tutti i regali che la vita può farci, il dono più prezioso.

Mamma, grazie per ciò che mi hai dato, grazie per ciò che mi hai insegnato, per le tue parole ed anche per i tuoi rimproveri. Per i tuoi sacrifici e la pazienza che hai avuto nell’educarmi e nel farmi crescere nel solco del migliore degli insegnamenti.

Grazie Mamma!

Foto: StockSnap da Pixabay