Il secchio vecchio

«Omnia tempus habent» dicevano i romani, ogni cosa ha il suo tempo. Ma di che cos’è tempo in questo 2024? Sta a noi deciderlo; anzi, sta a noi volerlo.

Un nuovo anno è da poco iniziato e, come ogni anno, abbiamo salutato quello vecchio, augurandoci che quello nuovo sia migliore di quello appena concluso.

Lo facciamo ormai da molti anni, è diventata quasi una normalità, addirittura un automatismo ma, quest’anno, vorrei cercare di analizzare e capire perché, questo augurio, lo spendiamo e lo regaliamo ad ogni così piè spinto, senza riserve, inseguendo il «Melius abundare quam deficere».

Forse perché, nell’approssimarsi della fine del mese di dicembre o immediatamente agli inizi di gennaio, con la testa ancora pesante delle festività appena trascorse, si è soliti individuare dei nuovi propositi da provare o ricercare per i mesi successivi.

Per la verità anche quest’anno, come ormai da alcuni anni, non è difficile pensare, volere o immaginare per ciascuno di noi, o pur anche il mondo intero, situazioni più favorevoli, scenari migliori.

Abbiamo più volte ragionato su quanto sia importante anche sognare certe situazioni o circostanze che, seppur difficili o addirittura impensabili possono accadere, verificarsi.

È vero, non sempre basta volerle o perseguirle affinché si realizzino ma, deve restar chiaro e fermo il proposito che, solo con questo convincimento si alimenta veramente questa possibilità.

Vale in questa circostanza il detto latino «Usque ad finem» ossia resistere fino alla fine, associando alla parola “resistere” la ferma volontà di cambiare.

Quali e quante sono le cose che, certamente tante, nel nostro piccolo vorremmo cambiare, è facile da immaginarsi.

Tutte o quasi tutte – dobbiamo convincerci di questo – dipendono da noi, dal nostro comportamento, da quanto lo vogliamo veramente e da quanto veramente facciamo per modificare lo stato delle cose.

Altre, forse non molte ma sicuramente non necessarie e quindi più banali, dipendono dal fato, dalla fortuna.

Delle seconde, non possiamo e non vogliamo dire nulla, proprio perché indipendenti dalla nostra volontà, dalla nostra reale capacità di poterle realizzare; anche se, certe volte, il pensare positivo, o che non tutto il male viene per nuocere, aiuta molto.

È un po’ come la storia del secchio giovane e del secchio vecchio, storia che, per chi non la conosce, non possiamo che sintetizzare. Narra la storia di un uomo che ogni giorno deve recarsi alla fonte per riempire due secchi d’acqua e portarli a casa. Accadde che, per molto tempo, nel trasporto dei due secchi con l’ausilio del bilanciere, il secchio vecchio si accorse che, ogni giorno e al suo arrivo a casa, ne aveva persa circa la metà.

Fu allora che, afflitto anche dai sensi di colpa, il secchio vecchio decise di parlarne al suo padrone, dicendogli: «Ma non ti accorgi che, nonostante tu ti affatichi e fai tanta strada a piedi, io perdo così tanta acqua? Perché non mi butti via e mi sostituisci con un altro?».

L’uomo sorrise e rispose: «E tu, non ti sei accorto che proprio dalla tua parte, nel viaggio di ritorno, ci sono dei bellissimi fiori? E non ti sei accorto che la tua acqua, ogni giorno, va ad annaffiarli e li rende così colorati e profumati? E che quei fiori, lungo la strada, con i loro colori e i loro profumi rendono il mio lavoro meno faticoso e più bello? Grazie per avermi informato ma tu» proseguì l’uomo «devi sapere che, entrambi voi secchi fate al meglio il vostro lavoro e secondo le vostre possibilità e che, da questo fatto che tu chiami difetto, dipendono molte altre cose belle».

Volendo significare con ciò che, in alcune circostanze, sono proprio quei fatti che a noi sembrano sbagliati, non giusti o dei difetti addirittura, che contribuiscono al nostro processo di vita, non sempre ostacolandolo o abbrutendolo.

Sulle cose che dipendono da noi, ovvero che vorremmo veramente cambiare, non basta un augurio di un buon anno, di un anno diverso o migliore per modificarle.

Leggendo un libro su Margaret Thatcher, allo stesso modo, nella campagna elettorale inglese del 1979, lei stessa sosteneva che, non bastava volerlo il cambiamento ma bisognava votarlo. E così fu, tanto che quel giovedì del voto, fu un vero e proprio plebiscito per quella che sarebbe stata poi definita la “Lady di Ferro”.

Il cambiamento, il nostro cambiamento dobbiamo ambirlo, volerlo, ricercarlo, attuarlo… votandolo e votandoci per il suo successo.

A chi, infine, non piacerebbe leggere o sostituire la parola anno con… “hanno”:

Buon… Hanno finalmente raggiunto un accordo per la fine del conflitto Russo-Ucraino.

Una ferita aperta, nel cuore dell’Europa da ormai due anni, che ha fatto numerose vittime tra i civili, intere famiglie, vecchi, donne, bambini, militari, oltre ad aver distrutto città intere, ospedali, scuole!

Buon… Hanno raggiunto un accordo per la fine delle ostilità nella striscia di Gaza, ove anche qui, una seppur azione di legittima difesa del governo israeliano, oggi smisurata, sta facendo morti e distruzione tra quei civili Palestinesi che, pagano a caro prezzo l’insensato attacco di Hamas di tre mesi fa!

Buon… Hanno finalmente compreso, i grandi della terra, che non può esserci futuro sul nostro pianeta finché l’ipocrisia e l’avidità dei paesi più forti economicamente e militarmente, si scontra con l’incoscienza e la disperazione dei paesi più deboli, per sfruttarli o soggiogarli ai loro voleri!

Buon… Hanno formalmente sottoscritto, tutti i Paesi, un trattato internazionale in cui decidono di intervenire realmente, immediatamente e tutti, nessuno escluso, ognuno per le proprie capacità, contro quell’ inquinamento del pianeta che così velocemente sta caratterizzando il cambiamento climatico con tutte le sue apocalittiche conseguenze!

Buon… Hanno capito e trovato finalmente, come debellare quel fenomeno dell’immigrazione generato da carestie, pestilenze, siccità e guerre fratricide e tribali in quei paesi in via di sviluppo, accordandosi per rendere possibile, in quegli stessi luoghi, tutte le migliori condizioni affinché quelle genti possano vivere in pace e costruire lì il loro futuro!

Buon… Hanno capito finalmente, tutti i politici e amministratori locali, regionali e nazionali che la visione della politica, per la sua storia e per le sue radici, deve essere considerata come facente parte essenziale di quel nobile pensiero per cui è all’esclusivo servizio dei cittadini di ogni comunità, non trascurando quelle tematiche di natura ambientalistica così prepotentemente oggi emerse!

Buon… buon… e ne potremmo scrivere ancora a dismisura, fino almeno alla fine di quest’anno appena iniziato. Un unico convincimento però che non deve e non può abbandonarci mai: anche le cose impossibili, certe volte possono realizzarsi. Basta volerle!

Foto: 5598375 da Pixabay